#MARTEDÌCLASSICI – Anne Lister, gentiluomo dello Yorkshire. 🏳️‍🌈 Parte 3: la signora di Shibden Hall 👩 🏰

Benvenuti al terzo appuntamento col #MARTEDÌCLASSICI di questo giugno LGBTQ! Ci avviamo alla fine del nostro viaggio al fianco di Anne Lister, la «prima lesbica moderna», gentildonna, alpinista e autrice di un diario intimo, in parte in codice, contributo inestimabile alla storia dell’omosessualità, tanto da essere inserito dall’UNESCO nel Memory of the World Register.

Se nella all’inizio di questa storia abbiamo incontrato Anne alle prese col suo primo amore, Eliza Raine, e scoperto le origini del diario, nella “seconda puntata l’abbiamo lasciata in balia dei sentimenti per Mariana Belcombe, il suo legame più importante; ma la donna, dopo un breve periodo lieto, ha deciso di sposarsi l’abbiente e più vecchio Charles Lawson. Le nozze, assieme all’atteggiamento ambivalente di Mariana, hanno allontanato le due e Anne ha trovato sollievo nella relazione con la vedova Mrs Barlow, a Parigi. Ma, ancora una volta, non pare destino e Anne si ritrova, nuovamente, sola. Sembra esserle però più che chiaro, ormai, che quella che cerca non è una distrazione occasionale ma la compagna con cui dividere l’intera vita…

La storica Helena Whitbread sulla crisi della relazione di Anne e Mariana.

Gli otto mesi passati a Parigi hanno lasciato il segno: da una parte, divampa in Anne la passione per i viaggi (nei seguenti quindici anni visiterà ben dieci Paesi diversi) e il desiderio di vedere coi propri occhi i luoghi di cui ha letto voracemente fin da bambina; dall’altra, come accennato, sempre più chiaro è il desiderio di sistemarsi con qualcuno che la ami davvero.

Anna Madeley è Mariana Belcombe in The Secret Diaries of Miss Anne Lister, film BBC del 2010.

Il ritorno a casa la vede, inevitabilmente, riavvicinarsi del tutto al suo grande, vecchio amore. Ma è proprio lei, Mariana, a prendere l’iniziativa: scoperta l’esclusione dal testamento da parte di Charles e giunta alla consapevolezza che lui sia sterile, si riavvicina ad Anne – in parte per un sostegno finanziario, poiché alla morte del marito buona parte delle sostanze andranno a un suo cugino, e Anne, in quanto erede degli zii e prossima padrona della sua dimora Shibden Hall, ha invece un futuro assicurato.

Le due, rimaste sporadicamente amanti anche durante la relazione di Anne con Mrs Barlow, rinnovano i voti di eterno amore con un curioso rituale: si scambiano anelli di fidanzamento e fedi, si baciano e si giurano eterno amore. Fin qui, nulla di fuori dall’ordinario: più peculiare è lo scambio di una ciocca di peli pubici (l’equivalente a quello delle ciocche di capelli nei legami eterosessuali!), che le due baciano e conservano in dei ciondoli acquistati per l’occasione. Ben poco sorprendentemente, la spregiudicata Anne riporta nel diario di avere una collezione di simili souvenir; souvenir che mostra all’innamorata, invitandola a indovinare a chi appartenessero (uno è persino il dono di una delle sorelle di Mariana). Per parte sua, Charles è ormai rassegnato alla relazione con Anne, che lo persuade ad assicurare una buona rendita alla moglie dopo la sua morte; persino quando le due dormono insieme sotto il suo stesso tetto, l’uomo fa buon viso a cattivo gioco.

Ma non deve sopportare ancora a lungo: pur rimanendo in contatto, Anne e Mariana alla fine si lasciano definitivamente, complice la relazione di Anne con una sofisticata francese, nel 1828.

Le sue scorribande all’estero, invece, sono lungi dalla fine: i suoi «selvaggi ma deliziosi vagabondaggi» la conducono in giro per l’Europa, accompagnata dalle sue amiche o da Mariana; il 1830 la vede impegnata nella scalata del monte Perdido, in Spagna, che realizza in gonna e sottane, con i ramponi ai piedi e un bastone di ferro alla mano, accompagnata da un contrabbandiere come guida.

La vista era magnifica, in particolare dal lato spagnolo. [È] la solitudine perfetta. L’immobilità profonda […] mi ha suscitato una sensazione che non avevo mai provato.

– Anne, nel suo diario
Il monte Perdido. © akcfoto

Ma oltre che più avventurosa, Anne si è fatta ambiziosa: punta a stringere legami con l’alta società e quando una vecchia amica di York la presenta a un gruppo di gentildonne altolocate, Anne si getta con entusiasmo nel susseguirsi di inviti e feste eleganti. Immersa nelle luci dell’alta società, fa presto a lasciarsi abbagliare dalla giovane e raffinata Vere Hobart, sorella del conte del Buckinghamshire: con lei parte alla volta di Parigi, covando nuovamente fantasie non soltanto amorose ma anche di gloria e sull’onda dell’entusiasmo accetta di seguirla ad Hastings, città costiera dell’Inghilterra del Sud.

Anne nel vorticante mondo dell’aristocrazia. Still dalla serie televisiva Gentleman Jack.

I cinque mesi seguenti non fanno altro che nutrire i suoi sogni ma, intossicata dalla bellezza, dalla ricchezza e dalle conoscenze di Vere, Anne non ha messo in conto le aspettative sociali: molti uomini inseguono il fascino e il patrimonio della sua amata, che finisce per concedere la mano a un ufficiale dell’esercito. Distrutta, Anne piange per giorni: non soltano si ritrova nuovamente abbandonata, ma anche le sue sostanze, spese a piene mani per non sfigurate di fronte ai nuovi amici altolocati, sono agli sgoccioli.

Novella Icaro, la sua reputazione discutibile, la mancanza di un patrimonio e di un nome più altisonante le impediscono di toccare il sole. Ma non si perde d’animo: le sue energie si spostano, allora, verso un obbiettivo più vicino a casa.

Già nel 1826 Shibden Hall è passata sotto la sua gestione (la erediterà nel 1836, alla morte dell’amata zia Anne). Costruita attorno al 1420 grazie ai fiorenti guadagni del mercato della lana, Shibden Hall ha ospitato tra gli altri membri delle famiglie Saville e Waterhouse; gli interni principali, pavimentati in quercia, sono costruiti coi migliori materiali sul mercato dell’epoca.

Una mappa di Shibden Hall risalente al 1791, anno di nascita di Anne.

Anne non è solo orgogliosa dell’antica dimora che appartiene alla sua famiglia da circa due secoli ma è anche consapevole che sarà lei a esserne l’unica padrona, un giorno, sostenuta economicamente dall’affitto delle terre e dall’estrazione di minerali, carbone e pietra di cui il territorio è ricco: nel 1830 commissiona a John Harper, architetto, e Samuel Gray, paesaggista, migliorie alla tenuta. Migliorie costose, che richiedono un denaro che Anne non possiede ancora.

Nuovamente a casa dopo un’assenza di alcuni anni, però, visti i piani di sistemarsi con una donna, magari ricca, che sia in tutto e per tutto una moglie per lei (ne discute persino con la zia e col padre, che apertamente ragionano con lei sulle doti che la sua futura compagna dovrebbe possedere), si dedica con rinnovato vigore alle sue proprietà: Shibden Hall dovrà diventare la tenuta grandiosa che si conviene al suo (in verità non interamente nobile: anche la ricchezza dei Lister viene dal commercio) antico lignaggio.

Un sostanziale aiuto alle finanze della famiglia è rappresentato dall’altissima domanda di carbone in seguito alla Rivoluzione industriale: fortuna vuole che Shibden e i suoi territori ne siano ricchi, e Anne non perde tempo a insinuarsi nel mercato, tenendo testa agli uomini dei dintorni e dimostrando di che pasta sia fatta, in parte canalizzando l’ira per le delusioni passate e presenti. Nel diario cominciano a fioccare dettagli economici sulle sue proprietà.

Sono stata più felice qui che in qualunque altro luogo.

– Anne, nel diario, sulla vita a Shibden
Anne a Shibden nella serie HBO, Gentleman Jack.

E ha ormai riguadagnato la fiducia in sé, nonostante le voci maligne che ancora girano sul suo conto, quando, nel luglio di quell’anno, riallaccia i rapporti con una vecchia conoscenza: Ann Walker della vicina Crow Nest. Di famiglia abbiente, la timida, reclusa Ann si ritrova quasi sola al mondo, coi genitori e poi il fratello morti tragicamente in giovane età (lasciandole, a soli diciannove anni, un’eredità favolosa) e una sorella sposata in Scozia. In passato, gli Walker hanno intrecciato una fitta rete matrimoniale, che risulta in una torba di parenti attirati dalla fortuna della dolce Ann come squali dal sangue; e, ormai ventinovenne e sul ciglio della zitellaggine, l’orfana è una manna per le loro neppur così segrete mire.

La protagonista di Gentleman Jack insieme alla futura moglie, Ann.

Se in passato la vicina non le ha fatto particolarmente impressione, la situazione è ben diversa quando Anne la rincontra, nel 1832: anche se ha rinunciato al sogno dell’aristocrazia, il patrimonio della donna è un canto di sirena anche per lei. Le si avvicina, dunque, col progetto di concludere un’“unione” vantaggiosa (il matrimonio tra nome e ricchezza è lungi dall’essere invenzione austeniana), ma anche spinta dal genuino bisogno di distrarsi dalla noia provinciale di Shibden.

Come al solito, la fiamma dell’entusiasmo divampa rapida: a una settimana dal loro riavvicinamento, già si immagina insieme ad Ann, e si allungano i pomeriggi passati nella piccolo capanna fatto costruire da Anne nella sua proprietà – tutto ciò con grande preoccupazione dei Walker, fin troppo consci di con chi abbiano a che fare.

Per la prima volta sono incorsa in una croce [eufemismo per “autoerotismo”, che Anne considera un peccato] pensando a Miss W-.

– Anne scrive nel diario sulla masturbazione

È proprio nell’isolamento del casolare che il rapporto diviene intimo: Ann risponde con entusiasmo alle avance di Anne, che si dichiara nuovamente innamorata, più felice di quanto sia stata con chiunque altra abbia amato in precedenza. Dopo soli due mesi di conoscenza, rende chiare alla giovane amante le sue intenzioi: vivranno insieme a Shibden in salute e in malattia, in ricchezza e povertà (soprattutto in ricchezza).

Anne in codice, circa Ann Walker: «Si accorda alla mia linea di pensiero egregiamente. Ritengo che avrò successo con lei – se così fosse, tenterò davvero di renderla felice – e sarò grata al Cielo per la grazia di avermi condotta a casa, dopo avermi salvata da Vere, e avermi liberato da M-, e avermi concesso la libertà. Il denaro non ci mancherà. Mi guarderà con ammirazione e presto mi si affezionerà, e io, dopo tutti i miei tumulti, sarò salda e, se Dio vorrà, felice… Posso plasmare dolcemente Miss W- ai miei desideri – e non potremmo esser felici? Com’è strano il destino! Se dopo tutto, la mia compagna di vita fosse Miss Walker – ha compiuto ventinove anni qualche tempo fa! Quanto poco mia zia o chiunque altro sospettano le mie intenzioni!».

Nonostante il piglio deciso di Anne, il legame è altalenante. Non solamente sono ostacolate dalle schiere di parenti Walker, che si affrettano a rendere Ann edotta sulla reputazione ben poco candida della donna che ama, con la speranza di allontanare le due donne; ma Ann stessa, in preda a dubbi religiosi e morali, manca di una personalità forte che le permetta una scelta radicale, e si trova in trappola tra l’incudine e il martello delle aspettative della propria famiglia e quelle dell’innamorata – tanto che persino un anno dopo, nel 1833, Anne esprime dubbi sulla forza d’animo di Ann, sulla saldezza del loro legame.

Interdetta di fronte alla proposta di convivenza «proprio come un matrimonio», Ann domanda sei mesi per potervi riflettere, solo per arrivare alla conclusione di non poter prendere una decisione chiara. Anne reagisce fuggendo in Europa, spostandosi tra Parigi e Copenhagen.

Frattanto, alle questioni di cuore si intreccia la politica: il 1832 vede una concessione molto più ampia del diritto di voto agli uomini ma Anne, in quanto donna, ne è paradossalmente esclusa pur essendo una proprietaria terriera; questo non le impedisce però di esercitare, e nemmeno troppo velatamente, la sua influenza sui fittavoli perché diano sostegno al partito conservatore – con un certo successo, nonostante la maggior parte la città sia a maggioranza progressista. Un altro dei suoi trucchi è quello di affittare le sue terre a un elettorato che supporti le sue scelte politiche, persino riducendo le quote pur di ottenere voti. Se la sconfitta del candidato conservatore è inevitabile, Anne Lister, che è divenuta un importante alleato per i potenti della città, vince.

E in amore? Ebbene, al ritorno dalla sua fuga europea, c’è Ann ad aspettarla: ha rifiutato una proposta di matrimonio (da un uomo, stavolta), risposta più eloquente di mille parole. Dopo una lunga, «capitale» notte di passione, Anne annota nel diario che l’amata intende donarle una fede d’oro, mentre Ann indosserà un anello con una pietra d’onice come segno del loro legame. Persino Mariana, che ha seguito dalle retrovie l’evolversi della situazione, deve dichiarare la sconfitta.

Carissima Fred,
il dado è tratto e Mary deve rispettare il tiro. Tu, perlomeno, sarai felice.

– Mariana in una lettera inviata ad Anne dopo l’annuncio del suo imminente “matrimonio”
La placca in memoria del “matrimonio” di Anne Lister e Ann Walker svelata alla Holy Trinity Church nel 2018.

Anne Lister e Ann Walker prendono insieme la comunione la domenica di Pasqua del 1834 alla Holy Trinity Church (come potete vedere nell’illustrazione in copertina, opera di Fran Murphy), scambiandosi voti matrimoniali; da allora in poi si considerano sposate, tanto da menzionare velatamente la cosa in pubblico. Si imbarcano senza indugio per una luna di miele di tre mesi tra Francia e Svizzera; frattanto, a casa, compaiono persino felicitazioni per l’unione del «capitano Tom Lister di Shibden Hall e Miss Anne Walker», nonché biglietti anonimi di congratulazioni indirizzati al fantomatico capitano. Tentativi di scherno senza frutto, come riporta Anne nel diario.

I sei anni seguenti sono spesi tra Shibden e l’Europa; la fortuna della Walker finanzia le migliorie alla dimora, tra i quali delle cascate in giardino e l’aggiunta di una torre gotica con funzione di biblioteca, nonché una serie di tunnel in cui la servitù possa muoversi senza disturbare le padrone di casa.

L’unione non è tutta rosa e fiori, però: i loro caratteri differenti, l’impegno politico di Anne (che porta la nuova moglie a sentirsi spesso trascurata e depressa) e le spese sostenute per le riparazioni a Shibden, dai costi sempre più esorbitanti, sono causa di più di un attrito.

Un acquerello risalente al 1836 dei miglioramenti a Shibden Hall proposti da John Harper.

Nel 1835, gli sforzi politici di Anne danno finalmente frutto, quando il candidato dello schieramento progressista riceve un solo voto. Racconta nel diario che, nonostante qualche moto di malcontento in città scatenato dalla delusione, lei ne è uscita indenne.

Ereditata a tutti gli effetti Shibden Hall nel 1836, il 1838 la trova di nuovo in partenza con la moglie (nominalmente a beneficio della salute di quest’ultima): le due si dirigono prima in Francia, dove Ann, che non ha la stoffa della viaggiatrice, lamenta spesso delle malattie che Anne ritiene totalmente inventate; si spostano poi verso i Pirenei, dove Anne decide che sarà la prima a raggiungere la vetta del Vignemale (3298 metri). Ann l’attenderà a bassa quota.

A sinistra la prima pagina del certificato dell’ascesa del Vignemale; a destra, il ventunesimo volume del diario di Anne con l’entrata del diario che racconta l’episodio.

L’impresa non è priva di pericoli: come sul monte Perdido, Anne si lega gonne e sottogonne alle gambe e, ai piedi dei resistenti stivali di pelle, si accinge alla scalata. Ha successo, nonostante venga messo in discussione da un principe russo, che sostiene di aver raggiunto la cima prima di lei e ottiene che il percorso prenda il suo nome. La rabbia di Anne non ha confini, ma deve accontentarsi che le dedichino un vicino passo montano, che ancora oggi è chiamato Collado de Lady Lister.

La tappa seguente è la Russia: Anne realizza il sogno di visitare San Pietroburgo e Mosca, «la città più pittorescamente bella che io abbia mai visto». L’inverno le coglie proprio lì e la moglie la implora di tornare a casa, ma Anne non si lascia convincere: compra per loro una nuova carrozza, due paia di stivali da uomo al ginocchio e due pellicce, e così continua il viaggio verso il Caucaso. Nell’estate del 1840 raggiungono la città di Kutaisi, in Georgia: la vista del panorama di foreste rigogliose e dei picchi delle montane sembra riavvicinarle più che mai.

Alte colline al nord, e, tra di esse, promontori di di alture alberate svettano di tanto in tanto in picchi conici e poco boscosi.

– Anne, sul suo diario, 11 agosto 1840

La coppia cena alle otto e mezzo di sera, alle nove va a letto. Questi sono gli ultimi appunti di Anne Lister.

Un mese dopo, il 22 settembre del 1840, una febbre causata dalla puntura di un insetto la strappa improvvisamente alla vita: Anne muore all’età di quarantanove anni in terra straniera, ai piedi della catena del Caucaso. Distrutta e bloccata a 4500 miglia da casa, Ann impiega i sette mesi successivi per far tornare il corpo imbalsamato di Anne a casa, e per far sì che venga sepolto nella parrocchia del paese: riesce nel suo intento solo il 29 aprile dell’anno seguente. La lapide, coperta nel 1879 da una pavimentazione, viene ritrovata solo nel 2010.

Il testamento di Anne.

Nelle sue ultime volontà, Anne lascia la tenuta a dei cugini da parte di padre, ma la moglie continua a vivere nella proprietà finché la sua salute glielo concede. Nel 1843, i parenti di Ann fanno in modo che un dottore, un avvocato e un poliziotto facciano irruzione a Shibden Hall. Ann viene ritrovata accucciata dietro a una porta chiusa a chiave nella Stanza rossa, una camera matrimoniale, circondata da carte e una coppia di pistole cariche. Dichiarata mentalmente instabile, viene ricoverata nel manicomio gestito dal dottor Stephen Belcombe, fratello di Mariana Belcombe (dove anche la sfortunata Eliza Raine, prostrata dal dolore per le infedeltà di Anne, è da lungo tempo degente). Suo cognato prende le redini tanto dei suoi possedimenti quanto di Shibden Hall, dove Ann otterrà di tornare solo dopo essersi in parte ristabilita. Ma è a Cliff Hill, la casa natale, che muore all’età di cinquantun’anni nel 1854, senza lasciare un testamento valido.

Un epilogo più amaro che dolce a una vita straordinaria. Ma in tutto questo, che fine hanno fatto i diari? Come sono giunti fino a noi? Chi per primo li ha decodificati? Il prossimo martedì, se vorrete ancora seguirci, parleremo proprio di questo, esplorando più a fondo la personalità di Anne in tutta la sua complessità. A presto!

– Lucrezia 🐵

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